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Domenica 16 ottobre 2005    Fiordo di Furore – Conca dei Marini - Furore – S.Elia – Picola - Praiano


Stamani partenza alle 7:00 con la mia vespa e lo scooter di Nino, in modo da avere la possibilità di partire da un luogo e arrivare ad un altro con l’ausilio dei mezzi di trasporto appunto.

Parcheggiamo la mia vespa sulla statale a Praiano e con l’altro mezzo ci rechiamo al fiordo di Furore, chiudiamo i caschi e giubbotti nel motorino e ci incamminiamo;  a lato del ponte c’è un sentiero che costeggia tutta la parte destra del fiordo, dando una splendida veduta dall’alto di tutto l’antico borgo dei pescatori, formato da Monazeri di diversi colori.

Lungo il cammino notiamo che c’è stato un recente restauro della struttura, in quanto per buona parte del percorso sono state installate colonnine di illuminazione e panchine di sosta poste qua e là, proseguendo, ci imbattiamo in una strana costruzione, formata da un locale a base quadrangolare con un grosso camino in muratura, che poi visionata bene più da vicino ci accorgiamo essere un mulino a condotta forzata, dove anticamente veniva sfruttata la forza dell’acqua del Rio Penise attraverso una conduttura ad imbuto posta al di sopra del locale macchine, purtroppo chiuso, e quindi proseguiamo.

Il sentiero è per la maggior parte all’ombra di Lecci e Carrubi e al mattino presto la zona rimane piuttosto umida.

Ad un tratto il sentiero ha una biforcazione, e in alto a destra notiamo un’apertura nella roccia, la cosa ci incuriosisce e deviamo in alto a destra dove attraverso la folta boscaglia notiamo l’ingresso di una grotta: il terreno sembra da poco battuto per un accesso provvisorio alla stessa, mediante dei mancorrenti in corda. Saliamo, trascinati da una puerile curiosità, come chi sta per scoprire un luogo misterioso, anche perché, proprio nel vallone ha trovato riparo il bandito Ruggeri di Agerola, protagonista della decima novella della quarta giornata del Decamerone di Boccaccio, Frà Diavolo.

La grotta detta dei pipistrelli impazziti (ma niente paura, non c’è ne sono: e poi voglio sfatare una leggenda, non è assolutamente vero che i pipistrelli si attaccano ai capelli), dicevo la grotta si presenta con una bocca ampia e via via che si entra si restringe rapidamente, racchiudendo all’interno delle formazioni calcaree con stalattiti e stalagmiti di grande effetto.

Lasciamo la grotta ridiscendendo il sentiero fin sul letto del torrente in secca, purtroppo pieno di rifiuti di tutti i tipi incastrati fra gli arbusti e le radici degli alberi e passando sotto un ponte in pietra, notiamo ora un vecchio convento con annessa cartiera, anch’essi chiusi e non visitabili all’interno, cosicché risaliamo tutto il vallone portandoci su punta Penna e quindi sulla provinciale Amalfi-Agerola, in prossimità di Conca dei Marini, percorrendola fino alla frazione di S.Elia; qui prendiamo uno dei sentieri antichi riscoperti dal comune di Furore chiamato sentiero dell’agave in fiore, che collegava la collina alla marina di Praia, dove avvenivano i principali scambi commerciali tra pescatori e contadini e dove appunto si possono notare enormi agavi.

clicca qui per vedere le altre foto ! altrimenti, VOLA VIA.....CAVALLETTA!!!

Poiché a noi interessa attraversarlo in parte fino al raggiungimento di un’altra dorsale per il ritorno, ci addentriamo in un agrumeto privato, essendo la via più breve….

La strada però è chiusa da un cancello, e così ci fingiamo persi per farci aprire dal proprietario. La persona, estremamente disponibile, comprende la nostra difficoltà e ci conduce personalmente a destinazione, nel congedarci lo ringraziamo e gli ricordiamo di collegarsi al nostro sito internet, anzi colgo l’occasione per ringraziare nuovamente il Preside dell’Istituto Superiore di Arte e Design di Napoli.

Così, divertiti dallo strano episodio occorsoci, riprendiamo il nostro cammino in direzione della località Picola nei pressi del quale il sentiero si divide in due rami, uno dei quali quello che fa al caso nostro, circoscrive la vallata il cui apice è la marina di Praia e porta all’abitato di Praiano, la meta dell’escursione di oggi.

Maaaa, non è tutto, l’avventura non è finita mica qui!!!

Abbiamo dimenticato le chiavi della vespa nel motorino parcheggiato al fiordo di Furore….e allora…. niente paura, mentre Nino con la sua notorietà coglie al volo un passaggio, io lo aspetto sulla panchina a godermi un pò di sole.


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